Io sono l'uomo nero. Dal Circeo a Ferrazzano, la storia mai raccontata di Angelo Izzo e dei suoi crimini

ISBN 9788839718624
Autore
Ilaria Amenta
Editore
Rai Libri
Prezzo 19,00 €
Data di pubblicazione 05 maggio 2023
Lingua Italiano
Categoria (THEMA)
Criminalità e criminologia (JKV)
Reportage e raccolte giornalistiche (DNP)
Diari, lettere e taccuini (DND)
Italia (1DST)
Seconda metà del XX secolo, 1950–1999 (3MPQ)
2000–2009 (3MRBA)
massacro;Circeo;cronaca;omicidio;femminicidio;violenza;thriller
omicidio;crime;cronaca nera;femminicidio;mostro
«Angelo Izzo scrive. Oggi ha 67 anni, è entrato in carcere a 20 per scontare il primo ergastolo, quello per il massacro del Circeo, e in cella sta ancora scontando la condanna al secondo ergastolo, per il delitto di Ferrazzano. Una vita recluso, ingabbiato, tra penitenziari, speciali e non, di mezza Italia. E a un certo punto inizia a scrivere. Ha una smania incontenibile di raccontarsi, raccontare la sua verità, per rendere quasi epica la sua immagine al lettore, per montare l’aura di un male a suo dire inevitabile. Pagine del tutto inedite, quasi incredibili da leggere. Questo libro nasce “grazie” a quelle pagine. Alla testimonianza, dura, durissima, che troverete in quelle pagine. Un libro che, però, da quelle pagine prende tutta la distanza possibile, perché quelle pagine sono un documento sull’orrore di una mente, di un gruppo di persone, di un periodo della storia del nostro Paese, che ha lasciato cicatrici indelebili sulle generazioni del tempo e ha gettato su quelle a venire l’ombra nera di un male sempre pronto a incombere. Attraverso i diari di Izzo, scorrendo questo autentico elenco degli orrori, questo scritto autoincensante e narcisista, cercherò di raccontare l’uomo nero dalle origini ai giorni nostri, per provare a capire come un’anima possa attraversare la linea del bene senza riuscire a tornare indietro, e come – dopo aver scontato trent’anni di carcere per il massacro del Circeo – si possa compiere lo stesso delitto con la stessa identica efferatezza. Senza un minimo accenno di pentimento. Una parabola lunga cinquant’anni».