Ho scoperto Solvej Balle l’anno scorso, a Francoforte, parlando con il suo editore di Grasset. Mi ha raccontato di aver letto questi libri e di esserne rimasto stregato, avevano appeno vinto l’asta in Francia. Ho letto il primo volume mentre ero in fiera, una notte, e mi si è spalancato un mondo, ne ero ossessionata, continuavo a pensare a cosa avrei fatto al posto di Tara, trovandomi in un giorno che si ripete all’infinito, continuavo a parlarne a tutti, e così ho conosciuto altri editor che l’avevano presa per le loro case editrici, siamo diventati amici grazie a questi libri. Questo prima che vincesse il Nordic prize (il premio strega del nord europa), quest’anno infatti ci siamo ritrovati a cena con l’autrice tutti noi editori dai 24 paesi in cui sarà pubblicata. E’ uno di quei libri che consente di aprire discussioni molto coinvolgenti e profonde, crea connessioni tra le persone, proprio in linea con la ricerca di NN.
Una settologia, infatti, come i libri di Jon Fosse che ha vinto il Nobel. Libri brevi, che ci hanno fatto pensare a un formato più agile ad hoc per la serie. La protagonista è Tara Selter, ed è con lei che affrontiamo da subito l’enigma del giorno che si ripete, e di come usare questo tempo che scorre in modo diverso. Tara è una libraia antiquaria, e i libri, gli oggetti e la natura le indicano da subito delle strade possibili. Tara è coraggiosa, non si perde d’animo, il suo sguardo sull’amore senza lo scorrere del tempo, e sulle immense variazioni della natura sono profondamente ricche di suggerimenti per la nostra contemporaneità. Nel secondo volume Tara si mette in viaggio, per cambiare i luoghi, per ritrovare gli affetti, per indagare tutte le ricchezze nascoste nella piega del tempo che vive. Fino a conoscere un uomo, come lei incastrato nel 18 novembre.
Nel terzo volume, Tara scoprirà che ci sono altri come lei che vivono nel 18 di novembre, e la comprensione di cosa li accomuna e di come vivere questo tempo modificato in un loop, sarà al centro della sua indagine e del loro costruirsi come collettività. Così come la volontà di mettersi in comunicazione, con ogni mezzo, con altri che stanno vivendo il loop senza sapere di poterlo condividere. Saranno principalmente i treni e le stazioni il loro luogo di incontro. Il terzo volume è saliente nella saga, proprio per capire la nostra necessità degli altri, l’istinto profondamente umano di vivere in una comunità.
Ci ho pensato molto, a questa cosa, e tendo verso due direzioni: la prima è rivivere una giornata molto bella, con qualcuno che ho perso, e in questo caso vorrei tornare a una gita sul fiume con Gaia Mazzolini, nel maggio del 2015. La seconda possibilità è invece rivivere una giornata qualsiasi, avere modo di ripercorrere gli stessi passi potendosi concentrare su cose diverse, guardarsi intorno, insomma aprire il giorno, il tempo. Non ho ancora deciso quale delle due possibilità sia la mia preferita.