Il suo romanzo “La rivoluzione secondo Raymundo Mata” (Utopia, 2023) in copertina dà risalto a un’opera di Maia Cruz Palileo, Conference of the Bird. Le sue pagine arrivano in Italia dopo aver suscitato grande interesse all’estero, la stampa internazionale e i colleghi scrittori parlano in questi termini di Gina Apostol:
«Apostol è una maga del linguaggio. Ricorda Borges, ricorda Nabokov.» The New York Times
«Una scrittrice intelligente, una critica acuta, un’intellettuale appassionata.» Viet Thanh Nguyen
«Apostol utilizza tecniche simili a quelle di Borges e Cortázar, aspettandosi che il lettore le si affidi mentre la storia salta nel tempo e nello spazio.» Financial Times
Gina e Gerardo hanno chiacchierato tra gli scaffali della Libreria Verso di Porta Ticinese e approfondito la figura controversa di Raymundo Mata, per poi esplorare i luoghi che hanno influenzato l'autrice e svelare alcuni degli elementi che i lettori potranno scoprire in questo imperdibile romanzo.
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Se invece preferisci leggerla, la riportiamo integralmente qui sotto:
GERARDO MASUCCIO: Un diario, tante pagine che non seguono un ordine cronologico e molti capitoli da aprire, una specie di puzzle. Com’è stato progettare e scrivere questo libro?
GINA APOSTOL: Sì, ho effettuato molte ricerche sulla guerra delle Filippine contro la Spagna e ho capito che ci sono tanti eventi controversi nello scontro. È per questo che ho scelto una figura molto, molto, molto marginale come Raymundo Mata, caratterizzandola come fosse un’ombra delle figure più controverse e più amate della guerra, come quella di José Rizal. L’intera forma dell’opera ha a che fare con questi dissidi: note, glosse e tutti gli altri elementi.
G.M: Un romanzo che racconta storia e geografia delle Filippine e ci fa immaginare per tutto il tempo le vicende di Raymundo Mata, quasi come fossimo con lui. Sarà accaduto lo stesso durante la scrittura, quanto è necessario immedesimarsi quando si scrive una storia del genere?
G.A: Sì, i luoghi sono molto importanti per me e per questo mi sono recata in quelli dove Raymundo Mata e José Rizal potrebbero essere stati. Si tratta di un sostegno davvero fondamentale per l’immaginazione, il substrato fisico del mondo in cui i protagonisti hanno vissuto le loro storie. Per esempio, adesso sono a Roma per questo. Il mio nuovo romanzo sarà ambientato anche in Italia. Allo stesso tempo, l’immaginazione ha bisogno di esprimersi. L’interesse per l’elemento fisico e l’immaginazione sono entrambi parte, secondo me, del processo creativo di un romanzo.
G.M:Con quale spirito il lettore dovrebbe approcciarsi a questo libro?
G.A: Direi con un’apertura gioiosa. Credo di aver scritto di guerra e di dolore, ma si può pensare a come la storia fuoriesca dal materiale delle fonti documentali, che non sono solo guerra, e possa anche raccontare che questi rivoluzionari condussero vite ordinarie, vite di sessualità, vite di dolore e di gioia. Penso che l’apertura alla loro umanità, apparentemente lontana dal profilo storico, possa garantire il giusto approccio al libro. Goderne, trarre piacere dalla conoscenza degli altri.