Gina Apostol e Gerardo Masuccio

Gina Apostol e Gerardo Masuccio

Immagine dell'intervista alla libreria Verso di Milano
  24 luglio 2023

GINA APOSTOL- La rivoluzione secondo Raymundo Mata

Qualche settimana fa, mentre Gina Apostol era in visita a Milano la abbiamo incontrata insieme a Gerardo Masuccio, Editor di Utopia Editore, la casa editrice che per prima ha fatto conoscere l’autrice ai lettori italiani.

Il suo romanzo “La rivoluzione secondo Raymundo Mata” (Utopia, 2023) in copertina dà risalto a un’opera di Maia Cruz Palileo, Conference of the Bird. Le sue pagine arrivano in Italia dopo aver suscitato grande interesse all’estero, la stampa internazionale e i colleghi scrittori parlano in questi termini di Gina Apostol:

«Apostol è una maga del linguaggio. Ricorda Borges, ricorda Nabokov.» The New York Times

«Una scrittrice intelligente, una critica acuta, un’intellettuale appassionata.» Viet Thanh Nguyen

«Apostol utilizza tecniche simili a quelle di Borges e Cortázar, aspettandosi che il lettore le si affidi mentre la storia salta nel tempo e nello spazio.» Financial Times

Gina e Gerardo hanno chiacchierato tra gli scaffali della Libreria Verso di Porta Ticinese e approfondito la figura controversa di Raymundo Mata, per poi esplorare i luoghi che hanno influenzato l'autrice e svelare alcuni degli elementi che i lettori potranno scoprire in questo imperdibile romanzo.

Se sei curioso trovi i video sul nostro canale YouYube a questo link.

Se invece preferisci leggerla, la riportiamo integralmente qui sotto:

GERARDO MASUCCIO: Un diario, tante pagine che non seguono un ordine cronologico e molti capitoli da aprire, una specie di puzzle. Com’è stato progettare e scrivere questo libro?

GINA APOSTOL: Sì, ho effettuato molte ricerche sulla guerra delle Filippine contro la Spagna e ho capito che ci sono tanti eventi controversi nello scontro. È per questo che ho scelto una figura molto, molto, molto marginale come Raymundo Mata, caratterizzandola come fosse un’ombra delle figure più controverse e più amate della guerra, come quella di José Rizal. L’intera forma dell’opera ha a che fare con questi dissidi: note, glosse e tutti gli altri elementi.

G.M: Un romanzo che racconta storia e geografia delle Filippine e ci fa immaginare per tutto il tempo le vicende di Raymundo Mata, quasi come fossimo con lui. Sarà accaduto lo stesso durante la scrittura, quanto è necessario immedesimarsi quando si scrive una storia del genere?

G.A: Sì, i luoghi sono molto importanti per me e per questo mi sono recata in quelli dove Raymundo Mata e José Rizal potrebbero essere stati. Si tratta di un sostegno davvero fondamentale per l’immaginazione, il substrato fisico del mondo in cui i protagonisti hanno vissuto le loro storie. Per esempio, adesso sono a Roma per questo. Il mio nuovo romanzo sarà ambientato anche in Italia. Allo stesso tempo, l’immaginazione ha bisogno di esprimersi. L’interesse per l’elemento fisico e l’immaginazione sono entrambi parte, secondo me, del processo creativo di un romanzo.

G.M:Con quale spirito il lettore dovrebbe approcciarsi a questo libro?

G.A: Direi con un’apertura gioiosa. Credo di aver scritto di guerra e di dolore, ma si può pensare a come la storia fuoriesca dal materiale delle fonti documentali, che non sono solo guerra, e possa anche raccontare che questi rivoluzionari condussero vite ordinarie, vite di sessualità, vite di dolore e di gioia. Penso che l’apertura alla loro umanità, apparentemente lontana dal profilo storico, possa garantire il giusto approccio al libro. Goderne, trarre piacere dalla conoscenza degli altri.